UN ESEMPIO DI RARA SPORTIVITA'
La Roma-Ostia è stata per me impegnativa, inutile negarlo. Ho corso fino al 10° km con Roberto (credo Albanesi, sul retro della maglia c'era stampato "Roby"), anche ad un buon ritmo per me, tra 5:18 e 5:30, poi da solo fino al 16°-17° km, mantenendo pressoché lo stesso passo, dove stavo per concludere la mia gara. In quel momento ho avuto la netta sensazione di mollare mentalmente, non mi andava più di correre e tra me e me pensavo "perché devo correre per altri 4 km, sono troppi e mi sento stanco". Così ho iniziato a camminare sul ciglio della Cristoforo Colombo, consapevole comunque che avrei concluso la gara entro il tempo massimo concesso dall’organizzazione (tre ore, mi sembra). Conscio del crollo mentale cercavo la forza dentro me stesso e pensavo di essere ormai al punto di non ritorno ma di tagliare comunque il traguardo; nulla da fare, nei mesi precedenti non mi ero correttamente allenato da un punto di vista mentale (e forse neanche fisico!). Dovevo comunque arrivare sino al traguardo per non deludere chi mi aspettava all’arrivo (i miei figli e mia moglie) ed anche per avere la possibilità di concludere la gara ed ottenere punti utili per la classifica sociale (qui si evidenzia il sano agonismo che l’ASD Amatori Villa Pamphili genera tra i suoi atleti o la pazzia di un corridore malato!).
Mi rassegnavo al triste epilogo della mia prima mezza maratona, quando la compagna di squadra, la signora Nahid Ameri, si avvicina a me e con grazia e cortesia mi sostiene e mi incoraggia quasi sino all'agognato arrivo! Sottolineo quasi perché una volta superata l’ultima salita del percorso di gara un’improvvisa forza ha azzerato tutti i miei pensieri e mi ha permesso di concludere le ultime centinaia di metri della gara ad un ritmo di 5:00 al km (questi i dati memorizzati dal mio GPS), non curandomi di tagliare il traguardo con chi tanto mi aveva aiutato. Encomiabile il comportamento della Signora Nahid Ameri, espressione sincera dei valori più nobili dello Sport, che dovrebbero essere la regola per ogni atleta. Ma le eccezioni ci sono ed il mio comportamento ne è testimonianza chiara, e per questo chiedo venia all’amica e compagna di squadra, che ancora ringrazio per avermi dato la possibilità di concludere, correndo, la mia prima Roma-Ostia.
Luca Lo Bosco