IL LUNGHETTO CON I RAMARRI
Il lunghetto è iniziato con un po' di pioggia fina e fitta. Un po' perplessa ho iniziato il mio giro di telefonate ed ho chiamato Cristina Molena che ha dissipato i miei dubbi dicendo "Fulvia sei una runner e la tua anima è invincibile, scusa ma non volevi correre la Maratona di Roma? Pensi che con la pioggia non si corrà?". Ripetendomi il mantra "sono una runner e la mia anima è invincibile" ho iniziato a correre per raggiungere i ramarri al punto jogging di Villa Pamphili. Ho camminato passo lesto da Trastevere fino ad arrivare in Villa. Ho preso le scalette per andare al Gianicolo, quelle transennate, arrivata alla fine ho dovuto scavalcare la ringhiera con un po' di difficoltà (non sono ne agile, ne alta). Entrata in villa ho iniziato a correre sono arrivata all'appuntamento con il mio chilometro sulle gambe e la paura di fare tardi.
Arrivata, foto di gruppo e siamo partiti: eravamo tanti proprio tanti, un'onda variopinta di gente... olé! Io ero l'ultima e non come metafora ma proprio in senso stretto. Lisa ogni tanto si girava per cercarmi, Tonino Severa e Abramo mi sono venuti a riprendere e abbiamo corso insieme conversando piacevolmente sulle maratone e su come sia difficile correrle. Tonino che ne ha corse 28, parlava di com'è difficile dare consigli e le molteplici variabili in gioco nella corsa. Ho capito una cosa: la prima qualità del maratoneta oltre a tenacia, cuore e testa è l'umiltà.
Abbiamo preso il caffè al S.Eustachio e siamo ripartiti in direzione Villa Pamphili, quindi Lungotevere, salita che da Gregorio VII porta al Gianicolo e lì ho mollato un po', corsa e camminata. Ero un po' stanca e le salite onestamente mi sfiancano. Da sola sono arrivata al punto dell'appuntamento, ogni tanto sbucava Stefano che mi esortava a non mollare. Una cosa deve essere chiara, io non mollo mai. Non in maniera stupida, perché sono disposta a ricalibrare gli obiettivi, ma in maniera razionale. E questa cosa io e Liselott Fraiese la sappiamo bene: al nostro ritmo, ma la gara s'inizia e si finisce.
Sono felice di aver corso con voi tutti, orgogliosa di aver per un tratto corso con il Presidente Sandro Curzi, con tutte le amiche e amici del gruppo. Grazie soprattutto perché mi avete aspettato, grazie a Francesco Trantaso che ha perso tempo con la foto di gruppo per questo. Mi sono divertita tanto, ho corso a sei per 8-9 chilometri, poi ho un po' ceduto, ma so di poter far meglio. Non mi interessa essere veloce, anche perché non mi riesce bene... io voglio essere resistente.
Fulvia Grazioli
23 Novembre 2014