LIBRARSI IN VOLO
Il sogno di volare, di librarsi in volo, di planare e volteggiare nel cielo è il sogno per eccellenza dell'uomo, per me è stato un sogno ricorrente. Quando ero bambina sognavo di lottare tutte le sere con una strega e poi dopo aver vinto, mi lanciavo dalla finestra e volavo: il piacere che provavo volando era di beatitudine immensa, di pace interiore.
Ora naturalmente non ho nessuna intenzione di provare il deltaplano o cose simili, ma stavo riflettendo sul fatto che la corsa può dare sensazioni simili. Mentre stai facendo la volata finale, quindi stai dando fondo alle tue risorse e la spinta dell'avampiede ti spinge in avanti ed in alto, c'è un attimo in cui i tuoi piedi, prima dell'atterraggio sono in aria, stai volando. Ognuno di noi al di là delle tecniche di base ha un proprio stile. Sicuramente ci sono delle regole nella corsa, gambe leggere, ginocchia alte, si spinge con l'avampiede e si atterra con il tallone. Le braccia sono importanti, danno il ritmo, ma non bisogna esagerare perché alla lunga movimenti troppo ampi implicano una perdita di energie.
Tutte queste regole vengono poi da ognuno di noi interiorizzate ed adattate alla propria andatura. Per esempio facendo un'analisi un po' critica, nella corsetta normale il mio passo e piccolo, trotterello quasi, non ho lunghe falcate; probabilmente non sono bella a vedere ma quello è il mio stile. Negli allunghi, nelle ripetute o nella parte finale di una gara, dove mi sono lasciata in serbo le ultime energie allora si, il passo è lungo come dovrebbe essere e volo.
Fulvia Grazioli