CORRERE NELLE RETROVIE

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QuoteIl fatto di essere sempre tra gli ultimi un po' mi dispiace, lo dico con la sincerità che mi contraddistingue. E' pur vero che non amo fare gli allenamenti mirati che servirebbero, delle volte mi alleno troppo ma corro poco rispetto a quanto dovrei; mi piace correre, far ginnastica, nuotare, mi piace tutto. Per cui capita che pretendo troppo da me stessa e arrivo alle gare non riposata, ma tra fare il risultato e divertirmi scelgo la seconda.

Anche quando studiavo non potevo seguire programmi rigidi, mi sentivo costretta, soffoco, per cui devo navigare a vista e programmarmi in base alle necessità, il tempo e la voglia. Nelle gare parto sempre un po' sostenuta, parlo per me, seguo il gruppo, poi purtroppo rallento e faccio quello che posso. L'obiettivo è non arrivare stremata al traguardo, perché l'ho provato nella prima gara ed è una sensazione bruttissima sentirsi sfatta. Il grosso del gruppo piano piano scema, nelle retrovie rimangono dei runner sparuti, stanchi... ma forse siamo i più grintosi, perché non molliamo e non è facile, nonostante gli improperi degli automobilisti. Inoltre vedere delle persone che demordono o nella peggiore delle ipotesi si sentono male sul ciglio della strada, non è motivante né piacevole (questo nelle gare più impegnative). Nella corsa dei Santi ho dovuto accelerare per paura che venissero riaperte le strade al traffico. Infine stai insieme ai runner tapascioni, che amano parlare e ti incitano a non mollare. Ma chi vuole mollare, io voglio tagliare il traguardo per me e per la squadra, perchè contribuisco pure io alla graduatoria della società.

Ci sono state gare più o meno belle: quelle che ricordo con più piacere sono la "Corri Garbatella", "La Corsa dei Santi" e la "Tre Comuni". Gare impegnative, ma belle come percorso. Non dimenticate che quelli delle retrovie sono eroici perché soffrono di più, corrono per più tempo! Quote

 

Fulvia Grazioli

9 Febbraio 2015

 

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