VITA DA RUNNER
Frammenti di una corsa... non volermene Fulvia se per una volta rubo il tuo post.
Sono uscita presto per correre, per fare un "lungo"... Lungo, parola ora conosciuta. Circa un anno fa non sapevo neanche cosa significasse... Precisamente un anno fa mi sono avvicinata alla corsa (seriamente), premetto che posso ritenermi una donna sportiva, all'età di 6 anni giocavo a calcio sotto casa, poi tennis, pallacanestro, ogni tipo di sport, ma non la corsa. NO! Troppo fatica, mi annoiava, a scuola ho partecipato ai giochi della gioventù, con specialità Corsa di Velocità, non Campestre! Non volevo perdere tutto quel fiato.
Precisamente un anno fa... ho fatto la mia prima gara "Corri al Collatino", influenzata da Francesco Trantaso: "Dai è una gara tranquilla, piana!". "Ma si" pensai, "perché no, come inizio può andare!" La mattina, al gazebo della società un ramarro mi chiese: "E' la tua prima gara eh? Brava... sicuramente avrai già corso 10 km?". Lo guardai e risposi "sssii"... un "si" tirato, la risposta doveva essere "No, non ho mai corso 10 km, soprattutto in gara".
Mi recai verso la partenza, tesa più che mai. Durante la gara passai in un rettilineo e sentii un urlo: "Lella, vai troppo veloce... vai piano!", era Marina Preziosi. Perché dovete sapere che non solo chi corre diventa specialista, ma anche chi "accompagna i runners" lo diventa. Ed infatti aveva ragione: andavo troppo veloce, ma in gara ti lasci andare, ti lasci influenzare e tendi a correre veloce per arrivare prima. A 800mt dal traguardo vedo Francesco Trantaso che mi viene incontro per accompagnarmi all'arrivo, mandato da Marina, per vedere che fine avessi fatto, se ero ancora viva... esordendo: "Dai... su... sei quasi arrivata!". Lo presi a parolacce: "e meno male che non c'era neanche una salita!". Forse quello sfogo dovevo risparmiarmelo per dopo! A 600 metri venni superata dalle sorelle Cotta Ramosino (le twins). Con uno sprizzo di orgoglio e scatto felino (si fa per dire) le risuperai, ma a 200mt mi superarono di nuovo e lì dovetti cedere!
Conclusi la gara in 52 minuti, ricevetti complimenti... ma ero morta, mi ci vollero quasi 2 giorni per riprendermi! (premetto che feci anche una buona colazione e una barretta di Kinder bueno mezzora prima della gara, per paura di avere fame durante la gara). Avevo sofferto ma ero anche contenta di aver partecipato ad una competizione. Una gara vera! Nacque in me la consapevolezza di iniziare ad allenarmi e informarmi sulle tecniche di allenamento. Iniziai così a fare delle ricerche su internet su vocaboli come. " Ripetute - Corsa in progressione – Fartlek - Ritmo gara... Pensai "e sta roba... ma che è??". Ora, quando mi trovo sulla linea di partenza, sorrido, quando sento gli altri che discorrono: "Allora partiamo a 4.30 e poi scendiamo a 4.00", ora so di cosa parlano.
Posso dire da un anno di essere entrata nel piccolo mondo del running: si fatica, si fanno piccoli sacrifici, ma è un impegno che a me fa piacere... Come oggi, alzandomi presto, lungo la strada nel senso contrario incroci da lontano lo sguardo con un altro che come me sta correndo, e nello stesso attimo alzi la mano in segno di solidarietà, accompagnata da un sorriso come per dire "Ma chi ce lo fa fare?" oppure "Ma si, alla faccia di quelli che sò rimasti a casa!", è bello, è una bella sensazione.
La corsa è traumatica, è vero, ma va usata la testa! Ci saranno infortuni, stop, impedimenti, ma è così... si va avanti finché lo spirito, la salute e il divertimento ce lo concedono! E poi... quando mi chiederanno "Ehi... che sport fai?" Io risponderò "Corro!". In questi giorni sto facendo un corso antiaggressione femminile e stanno ripetendo che l'unica cosa da fare, quando si viene aggrediti, è riuscire a scappare, se la paura non si trasforma in "Freezer". Beh, per il correre/scappare mi sto attrezzando!!
Antonella Preziosi
24 Febbraio 2015