UN PASSO AL DI LA'
Una questione di numeri... e i numeri non sbagliano mai, ma non raccontano tutto. Km, medie, tempi finali, iscritti, giunti al traguardo e poi ancora percentuali, orari, pettorali...
La lingua che racconta la mezza a posteriori sa di resoconto commerciale, bilancio ecomomico ed i numeri lasciano poco spazio all'immaginazione. Danno un riscontro netto e segnano chiaro il limite tra positivo e negativo, eppure ciò non può essere applicabile ad un esperienza che si modella sulle nostre senzazioni, che prende forma e colore solo grazie ai nostri occhi. Ci guardiamo intorno nella mirabolante confusione del pre-gara e ci sentiamo spersi nella folla, misera unità nell'immeso mare dei grandi numeri. Ci si dimentica a volte il concetto più banale: non siamo semplici invitati ad un evento più grande di noi, ma tale diviene proprio perché anche noi abbiamo deciso di parteciparvi; non siamo seduti sulla sedia a guardare gli altri ballare, siamo noi a far festa. Noi che con il nostro carico di voglia, ansia e tensione riempiamo le transenne della mezza come si riempe uno scatolone vuoto, un dono che per quanto invitante ha bisogno di un bel contenuto per avere senso. Beh, scontato a dirsi, ma il regalo siamo noi... la Roma-Ostia siamo noi.
Se chiudo gli occhi per immaginare una gioia in questa giornata, molto probabilmente ripenserei ai minuti prima della partenza, dove tutto è aspettativa e trepidazione, nello spazio ipotetico del possibile paura e eccitazione si mischiano e nel prefigurasi degli eventi, nell'attimo di sospensione prima che tutto accada e dove tutto è possibbile. Probabile però che mi verrebbe in mente anche il taglio del traguardo, perché di tante storie a volte ciò che conta veramente è solo la conclusione. La morale alla fine della favola: il passaggio sotto l'arco d'arrivo e il gesto consueto nell'arrestare il cronometro che in un attimo sciogli tutta la tensione. Obbiettivo raggiunto! Gara terminata... colpita e affondata! Ma per vivere e dar senso a quei momenti da incorniciare bisogna sacrificare il concetto di perfezione e coprire veramente la distanza che ci separa dai nostri sogni. Ed è molto facile che l'incontro con la realtà abbia poco di poetico. 21km da coprire comunque con fatica anche se con piacere, con momenti di crisi, dolori muscolari o semplice paura di non riuscire a farcela. Quando il tempo sembra scorrere troppo lento, la vittoria è solo una questione di resistenza e caparbietà. L'hai attesa, preparata, sognata e temuta; hai vissuto l'emozione e la fatica. Il freddo delle ore mattutine ed il sudore accecante dell'ultimo chilometro. La sorpresa o la delusione nel controllare il timer. Tutto fino alla fine, percorrendo quell'ultimo passo che attraversa la line d'arrivo. Sei al di là. Roma-Ostia terminata!
Tornando alla lettura dei numeri, anche se meno poetici, questi parlano molto chiaramente:
1) 5° assoluti (miglior risultato dal 2000 ad oggi)
2) 147 arrivati (miglior risultato dal 2000 ad oggi)
3) società piu femminile, col 18% di donne arrivate (la media della gara è al 14%)
4) 27 esordienti tutti arrivati (28% donne)
Senza considerare la pioggia di personali davvero considerevoli. Siamo sempre più forti, complimenti a tutti. Ciao e buona corsa.
Annalisa Gabriele